Descrizione
In località Rua inferiore, su di un poggetto scosceso, con un crocchio di alberi che le fanno da corona, si erge la cappelletta campestre di San grato. dall'aspetto molto semplice, con un piccolo portichetto sorretto da colonne sulla facciata. Nell'interno, sul fondo dell'abside e sulle pareti, che raccordano direttamente alla volta a botte (elemento si che testimonia l'origine preromanica), si svolge un ciclo di affreschi tardo quattrocenteschi, che formano un complesso figurativo di notevole importanza, messo in risalto da uno studioso di Castellamonte, Aldo Moretto; essi si ispirano alla scuola di Giacomo Jaquerio o Jaquerio di Torino (1401-1453) pittore del gotico internazionale, in rapporto con le correnti artistiche borgognone (un suo noto affresco è nell'abbazia di sant'Antonio di Ranverso).
L'affresco più importante si trova sulla parete di fondo ed è una Pietà con una Maria Addolorata che tiene sulle ginocchia il Cristo morto, nel volto della madre e figlio, l'artista, noto come maestro di Canischio, esprime tutte le sue capacità veristiche e per dirla con le parole del Moretto stesso "è ancora memore dell'umanità Jaqueriana ed è travolta dallo sconforto: lacrime vere intridono il suo volto in un ultimo abbandono le braccia si allargano sconfitte".
Il ciclo pittorico si completa nelle pareti laterali allargano in cui sono raffigurati i santi Rocco, Antonio, Bernardo da Mentone e Grato, rappresentati in modo più formale. inquadrati da edicole con archi a tutto sesto, il culto di san Grato, vescovo ausiliare di Aosta nel 776, era assai popolare: i leggendari medioevali raccontano di come avesse il potere di allontanare la grandine, virtù preziosa per il mondo contadino dell'epoca il restauro pittorico della cappelletta è stato eseguito a cura della comunità Montana Alto Canavese e autorizzato dalla soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Torino.
L'affresco più importante si trova sulla parete di fondo ed è una Pietà con una Maria Addolorata che tiene sulle ginocchia il Cristo morto, nel volto della madre e figlio, l'artista, noto come maestro di Canischio, esprime tutte le sue capacità veristiche e per dirla con le parole del Moretto stesso "è ancora memore dell'umanità Jaqueriana ed è travolta dallo sconforto: lacrime vere intridono il suo volto in un ultimo abbandono le braccia si allargano sconfitte".
Il ciclo pittorico si completa nelle pareti laterali allargano in cui sono raffigurati i santi Rocco, Antonio, Bernardo da Mentone e Grato, rappresentati in modo più formale. inquadrati da edicole con archi a tutto sesto, il culto di san Grato, vescovo ausiliare di Aosta nel 776, era assai popolare: i leggendari medioevali raccontano di come avesse il potere di allontanare la grandine, virtù preziosa per il mondo contadino dell'epoca il restauro pittorico della cappelletta è stato eseguito a cura della comunità Montana Alto Canavese e autorizzato dalla soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Torino.
Bibliografia
http://www.canavesetoday.it/incanavese/cappella-di-san-grato
Indirizzo e punti di contatto
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Località Rua di Sotto |
Mappa
Indirizzo: Frazione Rua, 40, 10080 Canischio TO
Coordinate: 45°22'28,7''N 7°35'45,3''E
Indicazioni stradali (Apre il link in una nuova scheda)
Galleria fotografica
Modalità di accesso
La Cappella di San Grato sita in frazione Braida è situata lungo la strada comunale di collegamento tra la Strada Provinciale n. 43 e la Strada Provinciale n. 43 Dir. per Prascorsano. La Cappella è accessibile in auto dalla adiacente strada comunale che costeggia la Cappella stessa. Non sono presenti barriere architettoniche.
Non sono previsti costi di accesso.